Il Presidente di CNA Federmoda Veneto, Pier Giorgio Silvestrin, lancia un appello alla Regione in nome delle microimprese del settore, quelle sotto i 9 dipendenti, che costituiscono in regione il 77,4 % del totale: «Metà del sistema produttivo della moda in Veneto è costituito da aziende gestite da cinesi: un trend in crescita soprattutto in alcune province, che non può essere solo demonizzato, ma va controllato a tappeto».
I dati sulle dinamiche del sistema moda, sono desunti dal Rapporto appena pubblicato dalla Camera di Commercio di Padova, che analizza i trend produttivi della provincia messi a confronto con quelli del Veneto e del resto d’Italia. «Anche da noi il comparto moda è giallo – afferma Pier Giorgio Silvestrin – e dobbiamo lavorare per promuovere la legalità. Chiediamo alla Regione Veneto un patto per la sicurezza, come quello in atto in Toscana, sostenuto ovviamente da tutte le forze politiche e sociali. Servono azioni concrete. Si stanzino risorse per assumere tecnici della prevenzione (unendo asl, spisal, forze dell’ordine, vigili urbani) e andare a fare controlli a tappeto in queste imprese per verificare le situazioni di sicurezza, rispetto delle regole e tutela dei lavoratori”.

Comparto moda nel veneto: CNA chiede di seguire l’esempio toscano

Al 30 giugno 2014 in Veneto del comparto Moda facevano parte 9510 imprese, il -2,2% sul 2013, il 77,4 % con meno di 9 addetti. In 5 anni hanno chiuso 1282 imprese pari al 12%. Di queste il 77% è microimpresa, cioè ha meno di 9 dipendenti, e fatturato massimo fino a 2,5 milioni di euro. 5282 sono imprese individuali e 2626 società di capitali. Quasi la metà, il 48,1 %, delle imprese individuali sono gestite da titolari di nazionalità cinese, anche se in lieve flessione rispetto agli ultimi anni.
Come abbiamo già scritto nei giorni scorsi, il Primo settembre la Regione Toscana ha avviato il piano straordinario di controlli nelle aziende cinesi di Prato e dell’area vasta, annunciando di voler controllare nel giro di tre anni tutte le 4mila aziende manifatturiere cinesi del distretto. Per questo sono stati assunti allo scopo 50 nuovi tecnici della prevenzione nell’Asl pratese. Per facilitare l’emersione delle aziende cinesi la Regione Toscana ha anche lanciato un “Patto fiduciario per la sicurezza”: chi firmerà il patto, accettando “l’identificazione del vero titolare dell’azienda e l’individuazione di un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza”, sarà tra gli ultimi ad essere controllato dagli ispettori. L’adesione al Patto potrà essere patrocinata da un’associazione di categoria che, in collaborazione con gli ordini professionali, potrà aiutare le aziende in questo percorso con un supporto professionale qualificato e a costi sostenibili.