Le notizie dei giorni scorsi sull’ennesima serie di emergenze idrogeologiche, che hanno colpito zone del Paese, confermano che a dover essere tutelata, innanzitutto, è la materia prima del “made in Italy”, vale a dire il territorio. E’ giusto prendersela con il falso italiano smerciato nel mondo, ma attenzione a non pregiudicare “la madre (o nel caso, il padre) di ogni sacrosanta rivendicazione”: il “patrimonio Italia”. Certo è che se cementifichiamo in quindici giorni, quanto la Germania in un anno, ( senza per altro realizzare le infrastrutture necessarie) è difficile ipotizzare un futuro per il Bel Paese e le sue ricchezze. I 150 anni dell’Unità vanno celebrati in tanti modi: assumersi le giuste responsabilità verso il territorio che ci ha dato i natali, rendendosi conto che l’italico stellone ormai non basta più, ci parrebbe un giusto modo per togliere non “una pagliuzza”, bensì “una trave” dal nostro occhio tricolore.

Il direttore

Fabrizio Stelluto