«L’Actt ha comprato 13 autobus cinesi». Ha fatto scalpore a Treviso la denuncia del consigliere della Sinistra Trevigiana Nicola Atalmi che ha messo sotto accusa l’azienda di trasporto urbano del  capoluogo da sempre feudo leghista. «Alla faccia delle tante chiacchiere contro la concorrenza sleale cinese – ha rigirato il coltello nella piaga, Atalmi – e dei proclami in difesa del lavoro italiano e padano. Ovviamente niente lavoro per le aziende nostrane».
La municipalizzata del Comune di Treviso, trovandosi nella necessità di rinnovare il proprio parco di autobus, ha indetto una gara europea senza prevedere alcun livello di tutela per la qualità dei mezzi da acquistare, ma solamente utilizzando il criterio del maggior ribasso d’asta. Ovvio che in queste condizioni il prodotto cinese dell’azienda KingLong ha avuto la meglio: «Non si tratta di mezzi moderni e attenti all’ambiente – ribadisce nella sua denuncia il Consigliere Atalmi –: niente metano né trazione elettrica, ma dei semplici vecchi diesel e per i pezzi di ricambio e la manutenzione dovremo affidarci ai cinesi».
Risibile la prima giustificazione presentata dall’azienda: «abbiamo risparmiato 400 mila euro». È esattamente quella che normalmente è sostenuta dagli acquirenti di merce contraffatta che, pur sapendo bene la provenienza di quanto vanno ad acquistare, comunque guardano prima al risparmio che alla qualità del prodotto ed alla sicurezza. Fattore quest’ultimo che, trattandosi di un servizio pubblico, dovrebbe essere al primo posto nelle attenzione dell’amministrazione locale.
Per non parlare poi dei buoni maestri e degli esempi da seguire: sarà ancora possibile multare chi compra una borsetta o un giocattolo cinese?