Lo scontro in vista della proposta della Commissione Europea sul tema dell’etichettatura nutrizionale dei prodotti alimentari si potrebbe dire con una metafora tennistica che oggi è sul sei a sei. La proposta della Commissione è prevista per il 2022 e comunque dopo che nel 2021 sarà completato, nell’ambito della Strategia Farm to Fork, lo studio di impatto delle etichette che oggi sono volontarie e sperimentali. I due fronti ruotano attorno al progetto francese NutriScore a cinque colori e cinque lettere: da un lato i sei Paesi che ne hanno decisa l’adozione, dall’altro chi si oppone.
Questo secondo schieramento è guidato dall’Italia che ha presentato un’alternativa denominata FOP, monocromatica ‘a batteria’. Il gruppo guidato dall’Italia è composto da Repubblica Ceca, Cipro, Grecia, Ungheria, Lettonia e Romania: non proprio tutti ‘mediterranei’ come ci si aspetterebbe visto che Coldiretti, che molto di sta spendendo nella battaglia contro il NutriScore, sostiene la tesi che il ‘semaforo’ penalizza i prodotti Made in Italy alla base della dieta mediterranea, a cominciare dall’olio extravergine, il Grana Padano, il Parmigiano Reggiano ed il prosciutto di Parma.
Sul fronte opposto sono schierati Francia, Belgio, Spagna, Paesi Bassi, Lussemburgo e da ultima, questione di poche settimane, anche la Germania: questi sei hanno già adottato il NutriScore e contano anche su Portogallo, Austria e Slovenia dove l’etichettatura alla francese è adottata da singole aziende.
Se da un lato è evidente che il bollino rosso o arancione su di una confezione significa solamente che il contenuto di grassi o di zuccheri è elevato e ne consiglia un consumo moderato, dall’altro è ancor più evidente lo squilibrio tra le due formazioni in campo. Il ‘peso politico’ della Germania, coniugato al trio franco-iberico-olandese, richiede al nostro Paese di mettere in campo per lo meno una barriera protettiva per le produzioni più pregiate e rinomate del Made in Italy.
È quanto viene scritto e richiesto nel documento che l’Italia porterà alla riunione dei fine settembre del Consiglio dei Ministri dell’agricoltura UE: escludere i prodotti Dop e Igp e i prodotti mono-ingrediente dall’etichetta nutrizionale a cinque colori. Sono produzioni la cui alta qualità è riconosciuta dall’Europa stessa e che meritano di essere tutelati e consumati, si spera in porzioni ragionevoli, sulle tavole di tutta l’Unione.
Un piano B contro i ‘semafori’ che nella loro semplicità avanzano inclementi sui mercati.