Per i consumatori di prodotti alimentari (quindi tutti noi), il caos attuale nel mondo delle etichette è pressoché totale. Mentre da un lato i caratteri degli ingredienti e delle tabelle nutrizionali restano ad una dimensione che scoraggia la lettura, dall’altro è tuttora indeciso l’esito del confronto tra la proposta italiana “Nutrinform battery” e la francese “NutriScore”, che a livello sperimentale sta trovando un numero consistente di adesioni da parte dei maggiori Paesi Ue.
Uno scontro anche ‘filosofico’: il “Nutrinform” vuole informare senza giudicare, ma ha il difetto di proporre troppi numeri, percentuali e ‘valori medi’; il “NutriScore” giudica i prodotti secondo un algoritmo espresso con un semplicissimo ‘semaforo a cinque colori’, ma ha il difetto di non tener conto della naturalità della materia prima. Fidarsi della capacità di giudizio dei consumatori oppure suggerire una scelta sulla base di parametri informatici: dal dilemma ancora non si esce.

E intanto un altro ‘semaforo’ si prospetta all’orizzonte (nel dettaglio ne abbiamo parlato qui: https://www.garantitaly.it/tutela-del-consumatore/gli-eco-voti-front-of-pack-su-alimenti-e-bevande/) per iniziativa privata di alcuni colossi dell’alimentare e della distribuzione. La sperimentazione avviata in questo caso utilizza un ‘semaforo’ che giudica il grado di impatto ambientale, dall’origine allo scaffale, di ogni singolo prodotto. Una sostenibità globale che è sempre più all’attenzione dei consumatori, in particolare quelli più giovani.
Che magari oggi non sono i più grandi acquirenti di prodotti alimentari (ci pensa la mamma/papà) ma che contribuiscono in larga parte con i loro atteggiamenti alle scelte domestiche. E domani…

Ma ancora non basta: nel 2022 entrerà in vigore la norma del decreto legislativo 116/2020 che introduce la cosiddetta “etichetta ambientale”, alla cui messa a punto ha lavorato alacremente il Conai con l’Istituto Italiano Imballaggio, UNI, Confindustria e Federdistribuzione.
Il problema, che non riguarda solo l’alimentare, è evidente: oggi, secondo il dossier “Riciclabilità degli imballaggi: occhio all’etichetta!”, solo il 40% delle indicazioni in etichetta può considerarsi preciso, efficace e facilmente comprensibile dagli utenti per lo smaltimento delle confezioni dei diversi prodotti. Anche qui un semaforo, a otto colori, per capire come difendere l’ambiente e favorire la riciclabilità delle confezioni e degli imballaggi.
Già oggi simboli e pittogrammi vengono normalmente usati, ma a quanto pare con risultati che sfiorano il ridicolo: per lo smaltimento della carta, sempre secondo il dossier sulla riciclabilità, per lo smaltimento della carta (cosa c’è di più semplice?) vengono utilizzate ben quattro tipologie diverse di etichette!