Il 2016 segnerà per la Cina una tappa ‘storica’ nell’evoluzione del gusto: per la prima volta in assoluto, il consumo di vino da uva sarà superiore a quello tradizionale derivato dal riso. Già da un paio d’anni i consumi domestici hanno superato quelli fuori casa e al ristorante e la vendita di vino sul web è aumentata dal 2 al 19% in soli 5 anni. Ma se la Cina è oggi il quarto Paese al mondo per acquisti di vino, è solo al decimo posto nella classifica dell’export italiano.
I dati sull’andamento del mercato cinese sono stati forniti dal “Osservatorio Paesi terzi Business Strategies-Wine Monitor Nomisma”, e testimoniano di una forte accelerazione delle nostre vendite in Cina: +28,8% nei primi 10 mesi del 2016, contro una crescita media delle importazioni cinesi a +18,2%, con un valore che per la prima volta sfiora la soglia dei 100 milioni di euro. La nostra quota di mercato, però, rimane comunque fissata ad un misero 5,6% ben lontano dal 43,3% della Francia, dal 24,1% dell’Australia e dal 11% del Cile, avendo a portata di sorpasso il 6,7% della Spagna. Nel giro di soli dieci anni le importazioni cinesi di vino sono passate da 60 milioni ad oltre 1,8 miliardi di euro e se dovesse essere confermato l’attuale trend anche nel 2017, i cinesi potrebbero diventare il terzo mercato di importazione a livello mondiale scavalcando la Germania, che negli ultimi tre anni ha ridotto i propri consumi.