«Non c’è agricoltura moderna ed efficace senza un’ottimizzazione della risorsa idrica, fattore di assoluta importanza per garantire l’ottima qualità delle colture “made in Italy”». Lo ha sottolineato Giuseppe Romano, Presidente dell’Unione Veneta Bonifiche (U.V.B.), presentando un piano che va oltre i 22 progetti già finanziati dal Piano Irriguo Nazionale che destina al Veneto 76 milioni di euro e che è stato recentemente sbloccato dopo anni di sospensione dei finanziamenti.
Il piano dell’UVB contiene oltre 200 idee progettuali per l’irrigazione, indicando un investimento pari a 1 miliardo e 700 milioni di euro per far fronte alle attuali situazioni meteoclimatiche, senza precedenti, ma che hanno forti probabilità di ripetersi sempre più spesso in futuro: quest’anno si è registrato un deficit di precipitazioni pari a 214 millimetri, vale a dire -24% rispetto alla media 1993-2011. Il Veneto dispone di una superficie irrigua pari a 600.000 ettari. Solo un terzo gode di una irrigazione è strutturata garantita dai Consorzi di Bonifica, mentre su circa 400.000 ettari, soprattutto nel medio-basso Veneto, l’irrigazione è “di soccorso”, cioè le aziende agricole prelevano acqua dalle reti “promiscue” (irrigazione e difesa idraulica). Il duro periodo di siccità che stiamo affrontando ha proprio qui messo in crisi la disponibilità di risorsa idrica.
I Consorzi di bonifica propongono allora interventi di riconversione irrigua, di bacinizzazione, di adeguamento delle reti e obsolete e dei canali e di ammodernamento delle opere di presa. Ma saranno necessari anche interventi per la ricarica della falda e la creazione di invasi, oltre alla difesa dei fiumi per evitare la risalita del cuneo salino. «È necessario prevedere il rifinanziamento del P.I.N. – continua Giuseppe Romano – per garantire la pluriennalità delle risorse, proseguendo nel progetto di adeguamento e riconversione delle reti. Se la risorsa idrica è una priorità essenziale per l’agricoltura bisogna concentrare su questo comparto le risorse finanziarie del prossimo Piano di Sviluppo Regionale. Non può esistere finanziamento alle singole aziende per l’ammodernamento e l’innovazione degli impianti irrigui senza una efficiente rete di distribuzione».
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