La zootecnia bovina da carne rischia di scomparire dall’Italia: l’allarme lo lancia Fabiano Barbisan, Presidente del Consorzio L’Italia Zootecnica e Unicarve dopo la riunione della Conferenza Stato – Regioni su questo tema nel corso della quale sono apparse evidenti le divergenze di valutazioni espresse al tavolo. «Apprezziamo che già in prima istanza la zootecnia bovina da carne abbia trovato considerazione nella proposta Mipaaf di ripartizione degli aiuti accoppiati. Ma ci preoccupa il fatto che il plafond attribuito, non tiene conto del reale, drastico taglio dei titoli speciali assegnati alle aziende di allevamento, con la precedente PAC, pari al 50%».
«La zootecnia – prosegue Barbisan – ha bisogno di una percentuale di aiuti accoppiati non inferiore al 70% del budget disponibile. La Francia ha compiuto una scelta strategica, destinando alla sola zootecnia da carne, aiuti accoppiati per euro 675 milioni e anche l’Italia deve decidere se mantenere in vita migliaia di aziende zootecniche o chiuderle. Noi allevatori ci siamo preparati alla nuova PAC ed abbiamo lottato con tutte le nostre forze per arrivarci con un progetto concreto, per evitare inutili contributi “a pioggia”, dannosi e controproducenti».
Il progetto degli allevatori si chiama “Piano carni nazionale bovine” e Ministro ed Assessori ne sono stati messi al corrente con il “Manifesto degli Allevatori”: «Spero che questa occasione non venga vanificata da miopia tecnica e politica – conclude Barbisan – sacrificando il rilancio di un settore, che tra i programmi prevede di autofinanziarsi, per lanciare e sostenere negli anni un marchio unico della zootecnia italiana. Potrà far bene non solo ai bovini da carne (vitellone e vitello a carne bianca) ma anche per altri settori, quali i suini, gli ovicaprini, i conigli, l’avicolo, il latte e tutto ciò che potrà essere prodotto secondo un disciplinare di qualità zootecnico».