«Quella russa è una crisi politica ma fino ad oggi a pagarne le conseguenze sono stati principalmente gli agricoltori europei»: con queste parole Paolo De Castro, coordinatore per il Gruppo dei Socialisti e Democratici della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, ha aperto il suo intervento nella seduta plenaria a Strasburgo durante la discussione sull’embargo imposto dalla Russia ai paesi Ue a seguito delle tensioni in Ucraina.
«I 125 milioni di euro messi a disposizione dalla Commissione europea – ha proseguito De Castro – si sono rivelati subito insufficienti a compensare i danni ingenti che i nostri produttori hanno subito e continueranno a subire se l’Ue andrà avanti con le sanzioni e se la Russia continuerà a rispondere con l’embargo. Siamo quindi a chiedere alla Commissione più fondi per far fronte a una crisi di cui, purtroppo, la fine sembra non arrivare e chiediamo che questi nuovi fondi non vengano presi dalla riserva di crisi del bilancio agricolo (azzerata di fatto dall’accordo sulle prospettive finanziarie), perché vorrebbe dire tagliare gli aiuti diretti, sottraendo soldi agli stessi agricoltori. Ci auguriamo, inoltre, che le nuove risorse siano ridistribuite secondo principi più equi, che prendano in esame le perdite subite dai singoli stati membri e dai singoli settori come avvenne per l’epidemia da Escherichia coli nel 2011. La crisi è politica – ha concluso De Castro – e gli agricoltori non possono per alcuna ragione addossarsi il peso finanziario dell’embargo russo».
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