Anche il colore è una convenzione. Ad esempio, se vogliamo esprimere ‘passione’ mandiamo un mazzo di rose ‘rosse’: per poi scoprire che c’è una così numerosa varietà di rose con questo colore da farci confondere sulla natura stessa della nostra passione (e ripieghiamo su di una scatola di cioccolatini). Ma proprio per questa babele cromatica, gli operatori che con il colore hanno a lavorarci professionalmente hanno bisogno di una precisa definizione, un quadro generale di riferimento dei colori che vengono utilizzati. È quello che genericamente viene chiamato ‘pantone’ dal nome del colosso statunitense che si occupa di tecnologie per la grafica e della catalogazione e identificazione dei colori.

E la azienda Pantone ha deciso che il colore dell’anno 2015, primo punto di riferimento dal quale partirà la catalogazione di tutti gli altri, sarà quello del vino Marsala!

Avrà come codice identificativo il numero 18-1438 ed è stato definito dai catalogatori d’oltreoceano come un colore “tra il rosso e il marrone, denso e raffinato”. Una scelta che naturalmente è stata accolta con giustificato entusiasmo nella cittadina siciliana che dà il nome al caratteristico vino  liquoroso prodotto esclusivamente nella provincia di Trapani. Vale la pena ricordare come il Marsala sia stato il primo vino DOC della storia vinicola italiana, ancora nel 1969. Un colore peculiare per una eccezionalità che a quanto pare oltre Atlantico è più nota di quanto non lo sia dalle nostre parti.

Il nodo è proprio nella domanda di quante siano le eccezionalità del nostro Made in Italy che all’estero disegnano un Paese assai più pregiato e ambito di quanto non lo sia tra chi lo abita. Abbiamo bisogno di far ripartire la nostra economia, in questo 2015 che tanto contrastato appare essere al suo esordio, dalla consapevolezza che dall’estero ci guardano con ben più ammirazione di quanto crediamo: la creatività, l’eleganza, la storia e il saper fare sono un poker servito in mano al tavolo internazionale e sta al giocatore-Governo saper sfruttare appieno le potenzialità  del nostro Made in Italy.