Cresce l’export del Made in Italy agroalimentare e stabilisce un nuovo record nel 2016: l’Italia ha esportato oltre 38,3 miliardi di euro facendo registrare una crescita del +4%. Eppure non possiamo esserne poi così contenti, per molti e diversi motivi.

Sul piano generale, infatti, non si può non essere preoccupati per l’aumento del debito pubblico e per lo sforamento che sta mettendo il nostro Paese nel mirino dell’Europa. Al di là della fragilità del nostro attuale Governo, troppe voci si alzano nella nostra politica contro l’Unione Europea. E molti rischi attraversano anche i nostri partner continentali con le elezioni in Francia e quelle in Olanda  e con l’avvio dei negoziati per la Brexit.

Quest’ultima non sarà ininfluente sui nostri conti perché, se anche il 2016 è proseguito con le norme comunitarie, non è detto che così sia per tutto il 2017, a trattative avviate. Ed il Regno Unito è sul terzo gradino del podio tra i mercati di sbocco del Made in Italy con un valore che supera i 3,2 miliardi di euro, per un +0,4% di aumento annuale.

Ma il vero elemento che deve far riflettere è che a far da eco al nuovo record dell’export c’è il nostro deficit commerciale che attualmente è superiore ai 4,5 miliardi di euro. Abbiamo infatti importato tra prodotti dell’agricoltura e alimentari circa 42,9 miliardi di euro di cui, oltre 30, provenienti dai Paesi dell’Unione Europea e più di 4 miliardi dai territori del Sud Est asiatico e dell’America latina.

Tenendo conto che il nostro mercato interno è complessivamente in contrazione, abbiamo bisogno di importare cibo per coprire il fabbisogno nazionale: da questo punto di vista, essere sotto l’ombrello dell’euro è per noi fondamentale.