Le opinioni sul futuro si divaricano sempre più nel mondo della moda tra chi sostiene che il Covid-19 debba essere colto come una grande opportunità di cambiamento e chi altro non attende che si ritorni ad una normalità che il virus ha solo temporaneamente sconvolto. Anche in queste pagina abbiamo raccolto tesi diverse e argomentazioni contrapposte. Sondaggi dicono che tra i più giovani l’appello ad una sostenibilità ambientale ed etica dovrà prevalere su ogni altra prospettiva e che dopo il lockdown internazionale si può ripartire proprio da basi diverse.
Altri però sbandierano lo scarsissimo successo ottenuto dalla fashion week digitale voluta dal British Fashion Council a Londra che non è riuscita ad attirare un’attenzione significativa, replicando per altro esattamente quanto accaduto per quella di New York. Segnale che l’online, per quanto tanto osannato e da tutti condiviso non è ancora in grado di sostituirsi alla ‘mostruosa macchina da guerra’ rappresentata dalle sfilate e dagli eventi che generano clamore ed attenzione da parte dei media e mettono in moto l’altrettanto ‘mostruosa macchina’ dei negozi fisici in tutto il mondo.
Non è allora un caso che le Camere Moda di Parigi prima ed immediatamente dopo di Milano si siano affrettate a proporre le loro vetrine online, ma che, nemmeno terminate queste, abbiano assicurato che le presentazioni delle collezioni torneranno a essere quelle di sempre già a partire dal prossimo settembre. Più pessimista Pitti Immagine che ha deciso di saltare anche tutto il secondo semestre di presentazioni 2020 e punta direttamente al 2021.
Facciamo una analogia con il lavoro nelle pubbliche amministrazioni e con le attese dei lavoratori che in questo secondo trimestre del 2020 si sono ritrovati a conoscere il significato del termine ‘smart working’. Alla fin fine hanno scoperto che è (poco più o meno) lavorare da casa sul proprio computer: come sarà per loro il futuro? Il sogno è tornare in ufficio per incontrare (o magari litigare) con i propri colleghi oppure restare a gestire liberamente il proprio tempo in casa (magari risparmiandosi tutto il tempo trascorso sui mezzi pubblici)?
La risposta a questa domanda ha già direttamente coinvolto il mondo della moda visto che i report sull’andamento dei mercati dire che si sono vendute più tute sportive e capi comodi da indossare standosene nella propria abitazione. E se a mangiar la pizza una sera ci vai con i più stretti famigliari, beh!, non serve l’ultimo modello: dopo il Covid anche l’abitino comprato due anni fa e che hai messo una sola volta l’anno scorso può andar benissimo!