La contraffazione colpisce ogni cittadino italiano, dai più giovani ai più anziani, e lo rendono più povero sottraendogli ogni anno 142 euro: questa la stima espressa nell’indagine condotta dall’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. E la contraffazione non è l’unico nemico da cui le aziende devono guardarsi: pirateria e value gap provocano un danno complessivo per 8,3 miliardi di euro alle imprese culturali e creative, settore che in Italia ha raggiunto un valore di 48 miliardi, pari al 3% del Pil, ma il cui valore potenziale si aggira intorno ai 72 miliardi.
L’ “Invention, Disclosure, Evolution, Ability (IDEA Forum)”, che ha riunito a Roma esperti, politici, funzionari, imprenditori e giornalisti, ha cercato una risposta alla domanda su come combattere il fenomeno della contraffazione, tutelando al contempo le idee e le invenzioni. La prima arma nelle mani delle imprese è tutelare e valorizzare brevetti e marchi attraverso una serie di strumenti agevolativi, dall’incentivo per sostenere la valorizzazione dei titoli di proprietà intellettuale a quello per brevettare le idee e valorizzarle sotto il profilo economico.

Tra fondi europei e programmi nazionali le piccole startup faticano ad orientarsi

Ci sono i Fondi europei, che possono essere impiegati anche per tutelare e valorizzare la proprietà intellettuale e ci sono i programmi operativi nazionali “Ricerca e Innovazione” e “Imprese e Competitività” che si muovono proprio in tal senso.
«Le misure – dichiara Nicoletta Amodio, dirigente ricerca e innovazione di Confindustriadevono essere semplificate e diventare strutturali, permettendo alle imprese di pianificare le attività di ricerca e sviluppo, che non si fanno in un giorno». «Gli incentivi – sottolinea Adriano Bonforti, founder e CEO di Patamu, startup che ha lanciato una piattaforma per la tutela dal plagio delle opere di ingegno – possono fare la differenza per la vita di una startup, ma è necessaria maggiore chiarezza. In Italia abbiamo un grande potenziale creativo, ma il carico da novanta che permette alle imprese di crescere è all’estero».