Alla Spagna, che punta sulla tecnologia con l’introduzione del drone per controllare le condizioni di salute delle vite, il Veneto risponde con una innovazione ecologica che permetterà di trattare i vigneti eliminando i rischi che derivano dall’esposizione del personale ai prodotti fitosanitari. L’obiettivo è raggiunto grazie al prototipo di impianto fisso per l’irrorazione presentato dall’università di Padova nell’ambito del progetto Deriva (Difesa ecosostenibile per la riduzione dell’inquinamento nella viticoltura avanzata), finanziato dalla Regione Veneto e dalla Camera di Commercio di Treviso.
L’impianto fisso per il trattamento dei vigneti in alta collina, una volta ottimizzato, potrebbe permettere di sostituire l’elicottero e l’impiego della lancia a mano, eliminando l’esposizione ai trattamenti da parte di chi lavora tra i filari, così come la dispersione dei prodotti fuori dalle aree interessate. Il progetto, sviluppato in in collaborazione con il Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore, favorisce il rispetto della Direttiva 128 sull’uso sostenibile dei Prodotti Fitosanitari che vieta l’irrorazione aerea, utilizzabile solo in deroga per la difesa ordinaria e per contrastare un’emergenza fitosanitaria nei casi in cui non siano praticabili modalità di applicazione alternative, oppure quando l’irrorazione aerea presenti evidenti vantaggi in termini di riduzione dell’impatto sulla salute umana e sull’ambiente. E magari anche con un risparmio dei quantitativi di fitosanitari irrorati, visto che la loro diffusione potrà essere maggiormente mirata e quantificata sulla base delle effettive necessità.