“L’azienda inglese Pops ha pensato di realizzare delle piccole delizie ghiacciate per chi ha voglia di gustare un cocktail, ma anche combattere il caldo”: l’annuncio è comparso sulla stampa di mezza Europa. Nascono così i ghiaccioli al Prosecco, verrebbe da dire “sulle verdi colline inglesi di Valdobiadene”.
In realtà la piccola ditta inglese è già presente sul mercato con ghiaccioli al gusto di Champagne, Rosé & Raspberry e Watermelon Martini Vodka. L’offerta si allarga quest’anno anche al Moscow Mule (4,5 cl di vodka; 12 cl di ginger beer; 0,5 cl di succo di lime). Tutti prodotti che non vengono commercializzati direttamente in Italia, ma che possono essere acquistati (in sterline) sul web all’indirizzo https://www.ocado.com/webshop/.
Proprio andando a curiosare sul sito (no, non ho fatto acquisti, tantomeno di ghiaccioli al Prosecco) scoprirete che online è possibile comprare confezioni in busta di “Prosciutto di Parma” (rigorosamente originali e anche Bio), “Delicata Pancetta” (con tanto di ricette per succulenti piatti “Mascarpone” compreso), e bottiglie di Prosecco (dalle 8 fino ad arrivare alle 30 sterline per bottiglia). Forse cioè non abbiamo sempre presente come i prodotti italiani siano una componente ‘normale’ sui mercati mondiali, certamente più di quanto non lo siano, ad esempio, i prodotti inglesi nel nostro Paese (whisky escluso).
Ma una domanda davvero mi sorge spontanea: davvero un fenomeno come il Prosecco che sta conquistando i mercati di tutto il mondo e che, malgrado siano 300 milioni le bottiglie prodotte l’anno, non riesce nemmeno a soddisfare tutte le richieste, davvero ha ‘bisogno’ di diventare un ghiacciolo? E davvero per farlo dovevano essere gli inglesi a pensarci?