Le tre operazioni dei Carabinieri hanno evitato che pomodoro extra-Ue diventasse “100% italiano”

È allarme assoluto sul fronte del pomodoro: arrivata al suo terzo capitolo, l’operazione “Scarlatto” ha portato al sequestro di un impressionante quantitativo di prodotto di provenienza straniera pronto per entrare in preparazioni sulla confezione delle quali compare poi la scritta “100% italiano”.
L’ultimo sequestro è stato effettuato dai Carabinieri del Reparto tutela agroalimentare di Salerno che hanno individuato un deposito a San Marzano sul Sarno, nella disponibilità di una società del posto notoriamente attiva nel settore della coltivazione degli ortaggi.
All’interno della struttura sono state trovate ingentissime quantità di conserve vegetali, in massima parte costituite da pomodoro e legumi, la cui origine, provenienza e titolarità hanno richiesto più giorni per una corretta ricostruzione di filiera. Al termine degli accertamenti i carabinieri hanno proceduto al sequestro, per mancanza di tracciabilità, di ben 270 tonnellate di conserve vegetali per un valore complessivo di circa 280.000 euro.

Nemmeno pochi giorni prima, lo stesso Reparto dei Carabinieri di Salerno, nell’ambito dell’operazione denominata “Scarlatto due”, aveva sequestrato 821 tonnellate di semilavorato di pomodoro, per un valore di circa un milione di euro, presso una nota azienda dell’Agro Nocerino Sarnese, in Campania, leader del settore conserviero.
Secondo quanto emerso dalle indagini, all’interno del concentrato di pomodoro di provenienza egiziana, vi era una quantità ingente di pesticidi.
Risalendo poi di qualche settimana indietro, bisogna ricordare la prima operazione “Scarlatto” aveva portato al sequestro a carico di un’azienda dell’agroalimentare italiana nel livornese di 3.500 tonnellate di conserve di pomodoro in bottiglie, vasi di vetro, barattoli, pacchi e bricks, già confezionate e etichettate come “pomodoro 100% italiano” e “pomodoro 100% toscano” ma che, in realtà, sarebbero state ‘tagliate’ con pomodoro concentrato estero ‘extra-Ue’.