Anche escludendo le vere e proprie truffe informatiche, oltre il 50% dei farmaci comprati su Internet risultano contraffatti. È quanto emerso da un progetto di campionamento Aifa-Who diffuso dopo la morte in un ambulatorio di Barletta di una donna di 30 anni dopo aver effettuato un esame diagnostico con l’uso di sorbitolo comprato su ebay. L’incremento registrato a livello mondiale nella diffusione di farmaci contraffatti o illegali, riferisce l’Agenzia Italiana del Farmaco, è in larga parte riconducibile al proliferare di negozi virtuali su Internet che offrono alla vendita medicinali di dubbia provenienza. Questi attirano clienti inconsapevoli dei rischi grazie a un prezzo di vendita sensibilmente più basso rispetto al prodotto legale autorizzato sul mercato.

Il progetto di campionamento Aifa-Who è stato realizzato con l’obiettivo di acquisire informazioni, anche analitiche, sulla qualità dei farmaci distribuiti attraverso la rete. Sono state preventivamente individuate farmacie estere accessibili dall’Italia e tre tipologie di farmaci oggetto degli acquisti: i risultati confermano che i farmaci comprati su Internet risultano contraffatti in oltre il 50% dei casi. Negozi virtuali, che si approvvigionano di volta in volta da fornitori diversi che producono senza alcuna conformità agli standard di qualità e sicurezza riconosciuti a livello mondiale.

Inoltre Aifa ha realizzato, in collaborazione con un istituto di ricerca, un’indagine su un campione rappresentativo della popolazione italiana. Dai risultati è emerso, in primo luogo, un incremento del numero di internauti e di coloro che tra questi effettuano acquisti online. Per quanto riguarda il settore dei farmaci si è evidenziato che il 33% degli intervistati valuta positivamente la possibilità di acquistare farmaci in rete in ragione di una scarsa percezione dei possibili pericoli collegati.

E  il 41% del campione ignora che, ad oggi, l’acquisto di farmaci su Internet in Italia è vietato.