La UE ha bandito il ‘biossido di titanio’ E171 dai cibi, ma attenzione anche al ‘rosso’ del E122

Arriva dall’Europa il divieto di utilizzare in campo alimentare il biossido di titanio, il colorante bianco che in etichetta compare come E171. Fino ad ora era utilizzato per svariati prodotti che vanno dai cosmetici ai dentifrici e ad alcuni farmaci. Nell’alimentazione quotidiana lo si trova un po’ ovunque: caramelle, salse, prodotti a base di pesce, formaggi e altre categorie alimentari.
Ora però la UE ha recepito il documento dell’EFSA che ne mette in evidenza la genotossicità e la tendenza a depositare i suoi residui negli organi interni del corpo umano. Secondo il dossier dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare il biossido di titanio può essere ingerito lavandosi i denti o anche mangiando alcuni tipi di sughi pronti, di dolci e prodotti derivati dal latte e dal pesce produce in particelle così piccole da poter essere assorbite dall’intestino e depositarsi nelle cellule e negli organi interni. Con effetto tossico che si estende al nostro Dna. La loro resistenza viene definita come “persistente”, c’è dunque da stare attenti.
Ecco perché è scattato l’allarme e il divieto di usarlo per produrre alimenti. Non c’è questo bando in campo cosmetico dove si usano particelle di biossido di titanio meno piccole, quindi per chi ad esempio usa creme per la pelle e il corpo dov’è presente l’E171 la raccomandazione è di non spalmarlo troppo vicino alle palpebre o alle labbra e naturalmente di evitare di ingerirlo.

Allarme anche per un altro colorante, l’E122, ampiamente utilizzato per conferire un colore rosso o rosa in molti alimenti e bevande, in particolare in quelli destinati ai bambini. Uno studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Nature Communications“, ha esaminato l’effetto del carmoisina (questa la sostanza dell’E122) sui topi. I ricercatori hanno scoperto che i topi che avevano ricevuto il colorante avevano una maggiore infiammazione intestinale rispetto ai topi del gruppo di controllo. Inoltre, hanno osservato un aumento delle cellule infiammatorie nel tratto intestinale dei topi trattati con il carmoisina.