In tutto il mondo più che in Italia, è il cibo più ricercato (l’Alfieri ci perdoni la parafrasi)

Con l’arrivo della fine dell’anno, come tradizione, vengono pubblicate le più disparate classifiche: ecco allora quella di Lenstore, istituto britannico che analizza quali siano i cibi più ricercati, cliccati e fotografati sul web, sia sui motori di ricerca e sia sui social network. Una indagine che ha interessato tutto il pianeta e che ha visto trionfare il Made in Italy alimentare.
Ovviamente a conquistare la testa della classifica, a mani basse, è (come sempre) la pizza. Con un volume che supera le 13 milioni di ricerche su Google ogni mese è certamente l’alimento più “virale” del web, amato senza riserve all’estero per l’immediatezza della proposta, la bellezza del piatto e l’economicità del prodotto. La pizza supera i 22 miliardi di visualizzazioni su TikTok ed è stata protagonista di oltre 59 milioni di hashtags su Instagram.
Abbastanza scontato è il resto del podio con il gelato e il sushi, ma la vera sorpresa viene dal quarto classificato: il mango che ha rapidamente scalato questa particolare classifica negli ultimi anni, superando anche un frutto tradizionale quale le arance, che pure sono molto ricercate in particolar modo dagli utenti americani. Seguono i cookies, sesti, che precedono due alimenti assolutamente targati Made in Italy quali sono la pasta, che usa farine provenienti da tutto il mondo ma che è solo il ‘saper fare’ italiano sa produrre con maestria, e il formaggio, specialità che condividiamo al più alto livello con i cugini francesi. A chiudere la Top Ten, due prodotti a stelle e strisce: pancakes e hamburger.

Dall’altra parte della classifica, cioè i cibi meno amati da navigatori del web, al primo posto troviamo l’agnello: va male ovunque ma in particolare in Italia, visto che le ricerche mensili sono solo 880 sconfessando così una tradizione tipica della cultura culinaria contadina del nostro Paese ed in generale della dieta mediterranea.
Ma non è l’unica sorpresa visto che al secondo posto si classifica il pollo grigliato e al quarto il pollo arrosto. Piatti comuni che però sembrano essere poco fotogenici o che, per quanto consumanti frequentemente, vengono immolati sull’altare di un’etica purista.