Quali sono le caratteristiche dell’industria della contraffazione in Italia e cosa possiamo fare per combatterla? Ne parliamo con Marco Uguzzoni, Comandante del Nucleo Antifrodi di Parma con competenza per il nord Italia dei Carabinieri.

Quant’è il valore indicativo della contraffazione nel nostro Paese e quali sono i settori maggiormente attaccati?
“ Nel comparto agroalimentare ci sono studi che quantificano la contraffazione a 50 miliardi di euro. Va precisato che l’agro-pirateria abbraccia vari aspetti di illegalità: la contraffazione, la pubblicità ingannevole, le frodi in commercio, la violazione in etichettature, e violazioni di minore livello dal punto delle sanzioni amministrative.
Dalle evidenze che abbiamo, tra i settori maggiormente attaccati vi è quello del made in Italy e tutto ciò, che all’occhio di un consumatore medio, può essere associato alla qualità e alla genuinità del prodotto.”

Gli autori delle frodi sono singoli o alle spalle c’è una delinquenza organizzata?
“ Si possono intravedere due principali categorie in queste azioni. Ci sono iniziative di singoli soggetti che compiono l’azione truffaldina, ma ci possono essere anche organizzazioni strutturate, dove l’illecito nel compartimento agroalimentare, può costituire uno dei tanti interessi.”

Diffusione della cultura della legalità: chi sono i portavoce e cosa si può fare ancora?
“ Noi riteniamo che diffondere la cultura della legalità sia uno dei compiti delle amministrazioni pubbliche, preposte a tutelare questo settore. Un’attività, come quella del nucleo antifrode dei carabinieri, ha il dovere di tutelare il made in Italy facendo repressione e facendo prevenzione. Tra le nostre azioni infatti diamo molta attenzione agli incontri nelle scuole, soprattutto in quelle specializzate, perché riteniamo che gli studenti di oggi saranno i responsabili della qualità di operatori economici e di imprenditori del mondo agroalimentare un domani.
Accanto a questo c’è una cultura della legalità in senso lato per far conoscere ai consumatori e agli operatori economici che ci sono delle organizzazioni pubbliche che tutelano i prodotti, fanno analisi nella massima trasparenza ad alti livelli tecnologici. Tutto ciò crea prevenzione così come stabilire un contatto fiduciario con l’imprenditore onesto.”

Un produttore che si sente vessato da un collega poco onesto come deve comportarsi?
“Le strade a disposizione sono tantissime. Può contattarci tramite diversi canali: via internet, via mail, presso i nostri uffici o al numero verde (800 020 320) o segnalare eventuali illeciti presso la stazione Carabinieri a lui più vicina. A seconda del desiderio dell’imprenditore, possiamo garantire l’anonimato della segnalazione o possiamo ricevere una denuncia o querela formale. Successivamente avviene una verifica della segnalazione ricevuta poiché sappiamo che questo può essere uno strumento che consente agli imprenditori di mettere in difficoltà la concorrenza, indirizzando dei controlli, non per questioni di illegalità ma solo per questioni commerciali.”

Il consumatore, in questi anni, ha assunto un ruolo consapevole e attento o è ancora l’anello debole del nostro sistema economico?
“Il consumatore è sempre più intelligente e attento grazie agli scandali alimentari e agli organi di informazione che fanno informazione intelligente e mirata. Presta attenzione, legge l’etichetta, si informa e lo percepiamo grazie alle numerose telefonate dei consumatori che riceviamo. Oltre alle denunce dei clienti si inseriscono anche le domande degli operatori economici o le evidenze dell’agenzia delle dogane che ci contatta e ci segnala l’aumento di un determinato prodotto agroalimentare.

L’etichettatura dei prodotti deve contenere informazioni al fine di garantirne la sicurezza di utilizzo. Le informazioni sono chiare e comprensibili agli occhi del consumatore?
“L’Unione Europea sta approvando un pacchetto di norme relative alla qualità  dei prodotti agroalimentari ed alcune di queste regoleranno l’etichettatura fornendo ulteriori indicazioni per le etichette. Il fatto che allo studio ci sia l’approvazione di una norma di questo genere risponde alla domanda, facendo capire che l’informazione presente in etichetta non è mai sufficiente. “

Micol Stelluto