Il prossimo gennaio Angola e Italia firmeranno un accordo per lo sviluppo del settore agroalimentare.
«Il potenziale agricolo angolano – spiega Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, la federazione alimentare di Confindustria – è enorme grazie alle grandi estensioni di terre arabili e alla disponibilità di acqua, specialmente in alcune regioni del Paese».
L’Italia dispone di un modello efficiente per elaborare i prodotti alimentari, un modello sostenibile e di basso impatto ambientale, basato sulla tecnologia più moderna e proprio per questo la fusione dei due sistemi porterà al recupero totale della produzione agricola angolana. Il risultato sarà duplice: innanzitutto sarà aumentato il livello di autosufficienza alimentare del Paese; in secondo luogo si otterrà una riduzione delle importazioni, in modo da trasformare il Paese in un esportatore di prodotti agricoli al resto del continente africano e anche oltre. Luigi Scordamaglia ha sottolineato che «le grandi imprese italiane nell’industria hanno un ruolo vitale nell’esecuzione di ogni passaggio della produzione e che le piccole e medie imprese possono invece continuare a portare l’eccellenza e l’esperienza nelle diverse fasi, in collaborazione con le aziende angolane».