Nella Milano ‘capitale della moda’ mancano gli introiti garantiti solitamente da cinesi e russi .

La nuova diffusione della pandemia sta colpendo nuovamente il comparto della moda e del lusso a causa dell’incertezza che sta aumentando in tutto il mondo e che abbatte l’umore dei consumatori.
I dati del Global consumer pulse tracker, l’osservatorio della prestigiosa società internazionale di consulenza Deloitte, mostrano per il mese di ottobre una previsione di flessione del -21% per le intenzioni di spesa in abbigliamento e calzature e per le prossime quattro settimane di novembre i numeri potrebbero essere verosimilmente ancora più negativi.
Oltretutto per l’Italia sta venendo a mancare la grande risorsa rappresentata dal turismo internazionale: in particolare quello cinese e russo che è il più attratto dai prodotti di fascia alta nel nostro Paese e che risulta essere un forte compratore del Made in Italy nel cosiddetto ‘Quadrilatero della moda’ milanese.

Come ha spiegato Patrizia Arienti, Emea fashion&luxury leader di Deloitte a MFF: «Sicuramente la crisi che stiamo vivendo non lascerà immutato il mondo della moda e fintanto che le restrizioni in vigore non verranno alleggerite e non si troverà una cura efficace al virus, lo scenario rimarrà sempre altamente incerto. Durante l’estate abbiamo assistito a un rimbalzo delle vendite, ma con l’inizio della stagione autunnale sono tornate a crescere la tensione per il virus e le preoccupazioni economiche, così gli italiani prevedono nuovamente di contenere le spese per i prodotti più discrezionali».
In questo poco roseo scenario, Deloitte ha siglato una partnership con ‘Montenapoleone district’: l’obiettivo è quello di offrire agli associati del ‘Quadrilatero della moda’ milanese un innovativo servizio di monitoraggio del traffico, analizzare i trend che caratterizzano il comportamento dei visitatori e affrontare al meglio le sfide poste dalla pandemia. Come emerso, nel 2020 il numero dei visitatori unici del distretto, ammontato a 3,4 milioni, ha registrato un calo del -57% rispetto agli oltre 8 milioni del 2019, malgrado un discreto rimbalzo nel mese di settembre.