Cresce l’attenzione dei marchi per i propri siti, ma c’è futuro anche per i canali tradizionali .

La digitalizzazione dei canali di vendita nel settore Fashion & Luxury continua a crescere, ma nel 2025 oltre il 70% dei ricavi dei player globali del settore sarà comunque generato da canali offline. Lo afferma una ricerca di Deloitte, l’azienda di servizi di consulenza e revisione prima nel mondo in termini di ricavi e numero di professionisti, oltre che quella che più delle concorrenti vanta una spiccata propensione alla consulenza informatica.
Secondo lo studio “Fashion Luxury Industry Trends & Store of the future” realizzato da Deloitte Digital, le vendite totali del settore lusso e moda derivanti dai canali Marketplace (+17%) ed e-Commerce (+21%) sono cresciute significativamente. In particolare, si stima che il mercato dell’e-Commerce possa raggiungere 1,1 trilioni di dollari nel 2025, anche grazie al social commerce, mentre per il momento è sospeso il giudizio sul successo che potrà avere il Metaverso.
Sul fonte invece del commercio fisico, l’analisi Deloitte sottolinea che nel ‘MonteNapoleone District’, l’associazione che rappresenta oltre 120 global luxury brand attivi nel ‘Quadrilatero milanese’, i visitatori stranieri nel corso di questi mesi del 2022 sono triplicati (+197%) rispetto al 2021, anche se ancora distanti dai valori pre-pandemia. E per l’industria del lusso, il 2021 ha segnato un miglioramento rispetto al 2020, dimostrandosi una delle industrie più resilienti che esistano e certamente una delle più veloci a riprendersi dopo una crisi.

Guardando alle prospettive future, il gruppo di consulenza globale Bain & Company prevede che entro il 2025 le vendite online diventeranno effettivamente il canale più importante per i beni di lusso personali, rappresentando il 30% del mercato globale, seguite dai negozi fisici monomarca (28%), outlet (14%) , negozi specializzati (11%), grandi magazzini (11%) e travel retail (6%).
E i marchi del lusso guidano sempre più le vendite attraverso i propri siti web: le vendite dirette online rappresentano il 40% del segmento online, rispetto al 30% nel 2019, trainate da miglioramenti nell’e-commerce, collezioni esclusive e più budget di marketing assegnati alla categoria.