Il 24 aprile torna il “Fashion Revolution Day”, campagna internazionale per promuovere una industria della moda più etica e giusta. La campagna è coordinata in Italia dalla stilista Marina Spadafora, sostenuta da Altromercato e lanciata in occasione dell’anniversario della strage di Rana Plaza a Dhaka, in Bangladesh, dove nel 2013 hanno perso la vita 1.133 operai del tessile.

La campagna pone a tutti la domanda: “Chi ha fatto i miei vestiti?”. Per rispondere, basterà indossare gli abiti al contrario, con l’etichetta in vista, fotografarsi e condividere le foto attraverso i social media (Facebook e Twitter) con l’hashtag #whomademyclothes, inviandole anche ai grandi marchi della moda e condividendo le loro risposte. L’anno scorso hanno aderito decine di migliaia di persone in tutto il mondo. Anche quest’anno, in 66 Paesi, tutti coloro che, dai coltivatori di cotone ai lavoratori delle fabbriche, dai grandi marchi ai negozi di abbigliamento e ai consumatori, sono coinvolti nel mondo della moda si riuniranno per sostenere un messaggio di giustizia e celebrare la moda come forza di cambiamento, mostrando il proprio sostegno a chi vuole creare nella moda filiere trasparenti, etiche e giuste.

Fotografarsi con l’etichetta di fuori per una moda più etica

Nato in Gran Bretagna da un’idea di Carry Somers, pioniera del fair trade, il Fashion Revolution Day sarà l’occasione, oltre che per ricordare le vittime di Rana Plaza, per promuovere una maggiore consapevolezza di tutto quello che c’è dietro ai vestiti che indossiamo, dei costi, delle paghe e delle condizioni dei lavoratori, dell’impatto della moda in ogni fase del processo di produzione, e per dimostrare che un nuovo modello economico e di consumo responsabile è possibile.

«Fashion Revolution Day – commenta Marina Spadafora, direttrice creativa di Auteurs du Monde, la linea di moda etica di Altromercato, e coordinatrice del Fashion Revolution Day in Italia – vuole essere il primo passo per la presa di coscienza di ciò che significa acquistare un capo d’abbigliamento, verso un futuro più etico e sostenibile per l’industria della moda, nel rispetto delle persone e dell’ambiente. Scegliere cosa acquistiamo può creare il mondo che vogliamo: ognuno di noi ha il potere di cambiare le cose per il meglio e ogni momento è buono per iniziare a farlo».