L’evoluzione della ricerca avvicina i tempi per la realizzazione di centrali nucleari a
fusione

L’indicazione europea è stata chiara in favore di una totale decarbonizzazione della produzione energia ricorrendo sempre più all’uso di fonti energetiche rinnovabili ed includendo in questo panorama anche un ampio spazio per le nuove generazioni di energia nucleare. E se l’apertura di nuove centrali nucleari sta facendosi strada anche in Italia, lo si deve proprio alla ricerca internazionale alla quale contribuiscono largamente gli scienziati italiani. Una nuova startup, tutta italiana, sembra infatti pronta ad apportare importanti novità nel settore: alcuni scienziati e ingegneri dell’Istituto Max Planck per la Fisica del Plasma (Ipp), del Mit di Boston e di Google-X hanno creato infatti Proxima Fusion, che mira a costruire un nuovo stellarator, ovvero l’impianto capace di realizzare un processo di fusione nucleare controllato simile a quello che avviene nelle stelle.
Tra i cinque cofondatori si quest’opera rivoluzionaria ci sono ben tre italiani: Francesco Sciortin, Lucio Milanese e Andrea Merlo. A collaborare con questa rivoluzionaria startup italo-statunitense ci sarà anche Eni, che fornirà tecnologia e componenti utili per svolgerà i primi test già nel 2025. Si tratta di un impianto in grado di replicare il processo di fusione nucleare che alimenta i corpi celesti. Per farlo si utilizzano dei campi magnetici. In passato vi sono già stati molti tentativi ma il sistema ha sempre presentato dei problemi, spiega l’ad della startup Francesco Sciortino: «I progressi sperimentali di W7-X e i recenti progressi nella modellazione degli stellarator hanno cambiato radicalmente il quadro. Gli stellarator possono ora porre rimedio ai problemi principali dei tokamak ed evolversi in vere e proprie centrali a fusione, migliorando radicalmente la stabilità del plasma e raggiungendo prestazioni elevate in modo stazionario».
La sede di Proxima Fusion è a Monaco di Baviera, uno dei centri più avanzati in questo campo. Martin Kubie, capo degli ingegneri della nuova società, aggiunge che la fusione rappresenta il futuro energetico più interessante: «Il nostro compito sarà quello di renderla una realtà commerciale. Nei prossimi 12 mesi, in collaborazione con i suoi partner accademici e industriali, Proxima si concentrerà sul completamento del design concettuale di una centrale a fusione».

1 giugno 2023