L’allarme lanciato dal Consorzio dei vini di Valpolicella: 8.600 ettari, 73 milioni di bottiglie

Qualità ottima, grazie alle piogge agostane che hanno ridato vigore alle piante anche in termini di quantità. Ma più della siccità di giugno-luglio, per il vigneto della Valpolicella l’emergenza è legata a una manodopera mai carente come quest’anno, che rischia di pregiudicare parte del raccolto.
Il quadro viene dal Consorzio tutela vini Valpolicella, che ha dato il via ad inizio settembre alla vendemmia di uve per l’Amarone. «Per le nostre 2.300 aziende associate – afferma il presidente del Consorzio Christian Marchesini il vero problema è dato da un personale sempre più difficile da trovare, a causa di una forte contrazione di operatori provenienti dall’Est Europa e soprattutto per effetto di dispositivi che non aiutano. A partire dalla cancellazione dei voucher, dalla cosiddetta ‘quota 100’ che obbliga i pensionati a non fare lavori saltuari, fino al reddito di cittadinanza, che ha generato una dinamica involutiva nella domanda di lavoro».
Il Consorzio stima in forte crescita la presenza di addetti stagionali italiani (5-6 mila in totale), in particolare studenti universitari e ragazzi inoccupati.

Sul piano fitosanitario, le uve si presentano in ottimo stato, con una buona fase finale della maturazione. Le grandinate sono state molto rare e complessivamente senza ripercussioni, mentre la siccità ha dato alcuni problemi nei vigneti giovani, nei terreni sciolti e dove non è stato possibile irrigare.
Quindi la Doc Valpolicella si presenta alla vendemmia in ottima salute anche in chiave commerciale, con una crescita in doppia cifra delle vendite dei suoi prodotti, a partire proprio dall’Amarone oltre che dal Valpolicella Ripasso. Inoltre le giacenze attuali sono in netto calo.
La Doc comprende 19 comuni per quasi 8.600 ettari di vigna, una produzione che lo scorso anno si è attestata a 73,6 milioni di bottiglie per un valore alla produzione di circa 500 milioni di euro, di cui quasi la metà di Amarone.