L’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor ha calcolato i danni del lockdown al canale HORECA .

Il canale Horeca, dai bar ai ristoranti, ‘pesa’ sul mercato del vino per circa 6,5 miliardi l’anno: evidente quindi che la chiusura per due mesi dei locali a seguito del lockdown ha avuto effetti devastanti. Andando oltre le stime, l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor ha fatto un calcolo delle penalizzazioni subite da alcune blasonate denominazioni, quelle che trovano in generale proprio nell’Horeca trovano il principale canale di commercializzazione.
I numeri sono desumibili dalle giacenze nelle cantine del prodotto invenduto a fine aprile di quest’anno rispetto aqi periodi ‘normali’: +9% di volumi in giacenza del Montefalco Sagrantino e del Nobile di Montepulciano; +8% del Chianti Classico; +16% di bianchi importanti come Falanghina; +24% del Soave. Ma il danno inferto dalla chiusura non è solo prerogativa dei vini di fascia premium: si pensi al +36% in giacenza di Castelli Romani o al +22% di Frascati, vini tipicamente somministrati dalle trattorie della Capitale, rimaste fin qui chiuse e che chissà ancora per quanto dovranno scontare il crollo del turismo estero.

In Italia, rileva l’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, circa un terzo dei consumatori beve prevalentemente fuori casa (42% i millennials), con un valore che incide per il 45% sul totale delle vendite in Italia (14,3 miliardi di euro nel 2018). Il prezzo medio alla bottiglia è di 15,4 euro, mentre al calice la spesa è di 5,7 euro, secondo l’indagine.
Secondo l’instant survey dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor, realizzata ad aprile su un campione rappresentativo di 1.000 consumatori di vino, solo il 23% degli italiani (in particolare donne, del Sud, che hanno avuto problemi sul lavoro) dichiara che andrà meno al ristorante, a fronte di un 58% per cui non cambierà nulla, fatte salve le adeguate misure di sicurezza da prendere (45%). Non manca, anche se molto misurato, il revenge spending, ovvero la “spesa della vendetta” post-lockdown per i beni voluttuari come il vino: il 10% prevede infatti di spenderne più di prima fuori casa, valore che sale al 15% per i millennials (25-40 anni) e per chi non ha avuto problemi sul lavoro (13%).