Il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge noto come “salva Made in Italy”. Immediate e soddisfatte le dichiarazioni delle categorie economiche: Massimo Gargano presidente di Unaprol sottolinea che: «da agosto scorso, data di entrata in vigore del decreto sviluppo, che ha anticipato le norme sulla riduzione degli alchil esteri, il prezzo dell’olio extra vergine di oliva è aumentato del 15 – 20%. Un segnale positivo perché sposta sulla qualità l’offerta di un mercato ancora troppo confuso».
«Nella competizione globale – ha poi aggiunto – le imprese olivicole italiane hanno bisogno di recuperare come elemento di competitività il legame con il territorio e l’origine certa del prodotto. Un binomio indissolubile che non può essere confuso sullo scaffale con la logica del discount e del tre x due». La produzione nazionale, in base ai dati dell’osservatorio economico di Unaprol, si concentra in Puglia (35%), Calabria (33%), Sicilia (8%), Campania (6%), Abruzzo (4%), Lazio (4%), Toscana (3%) e Umbria (2%). Sono 43 gli oli italiani a denominazione di origine riconosciuti dall’Unione Europea.
«In quest’ottica – ha poi concluso Gargano – il disegno di legge, che ora continua il suo iter alla Camera dei Deputati e che tutti auspichiamo celere come al Senato, offre maggiori garanzie perché crea una barriera di anticorpi a favore delle imprese olivicole e dà alle aziende serie di questo settore l’opportunità di alimentare la catena del valore intorno al prodotto simbolo del made in Italy nel mondo».