Non è tutto oro quel che luccica: il vecchio adagio popolare torna alla mente anche leggendo l’analisi di Coldiretti sui flussi di vendite all’estero delle bollicine italiane. Prosecco, Asti e Franciacorta stanno conquistando certamente nuove porzioni di mercato nel mondo. E non può che far piacere constatare che un fetta importante di questo aumento, come abbiamo scritto qualche giorno fa, sia rappresentato dalle vendite delle bollicine italiane in Francia, terra che da sempre si dice maestra di grandi vini. Ma: a quale prezzo l’Italia segna questo primato?
Il presidente del Consorzio Franciacorta, Vittorio Moretti, ha una risposta poco rassicurante: «L’aumento dell’export di bollicine italiane nel primo semestre 2016 pari al +23% è una buona notizia, ma un conto è se andiamo a vendere i vini di due, tre euro, altro se vendiamo vini di 15-20 euro a bottiglia». Oltre al dato in quantità, sarebbe cioè necessario prendere in considerazione anche il dato in valore. Perché è evidente che la crisi economica su scala planetaria favorisce i prodotti che, pur di qualità anche eccellente, stanno sul mercato ad un prezzo inferiore. «Come Franciacorta – continua Moretti – stiamo lavorando molto bene e vendiamo un prodotto di alta qualità, con alto valore aggiunto. Anche in Francia è indubbio però che la Franciacorta stia avendo un grosso riscontro anche sul mercato francese. Sappiamo che è un mercato sempre reticente al vino italiano però di fronte al prezzo per determinati prodotti di qualità, anche il mercato francese risponde».