Secondo quanto riporta il quotidiano nazionale russo “Kommersant”, il Ministero delle finanze russo intende togliere agli importatori di vino l’agevolazione sull’accisa ridotta in vigore dal primo gennaio 2016 su alcuni prodotti ad indicazione geografica protetta (Igp) e di denominazione d’origine protetta (Doc). L’ordine firmato il 5 maggio dal Ministero, potrebbe riguardare circa l’80% delle imprese straniere operanti in Russia, con conseguenze economiche non indifferenti vista la retroattività della decisione. E le imprese stanno valutando l’opportunità di una uscita dal mercato russo.
La posizione del Ministero delle Finanze su questo tema è spiegata in una lettera del direttore del Dipartimento di politica fiscale e doganale, Alexey Sazanov: nel documento si sostiene che l’agevolazione dovrebbe essere applicata solo se il luogo di produzione del vino si trova in Russia.

Solo i vini russi possono essere protetti in Russia

L’accisa ridotta prevedeva importi 2 volte inferiori all’accisa per i prodotti “non protetti”: per i vini classici si attestava su 5 rubli al litro (8 centesimi di euro) anziché 9 rubli, per gli spumanti 13 rubli al litro (21 centesimi di euro) anziché 26 rubli.
Sazanov ha spiegato che il Ministero delle Finanze non persegue obiettivi fiscali: «È una questione di comprensione e corretta interpretazione della legge da parte del mercato, da cui consegue che il vino con denominazione protetta può essere solo di produzione russa». Secondo il giornale la posizione del Ministero delle finanze è stata una sorpresa per gli importatori, ma i manager delle grandi aziende vinicole russe hanno a loro volta sostenuto che le autorità doganali avessero informalmente avvisato gli attori del mercato della prospettiva di cambiamenti delle agevolazioni sulle accise.