In un blitz al mercato settimanale di Treviso, la Guardia di Finanza ha sequestrato oltre 12.000 articoli di bigiotteria ed accessori per l’abbigliamento. I prodotti erano privi delle informazioni sui materiali e sui processi di fabbricazione, in particolare, sulle confezioni e sulle etichette mancavano le indicazioni, in lingua italiana, della denominazione legale o merceologica del prodotto. Gli oggetti erano tutti di origine asiatica ed il titolare dell’attività era un trentenne pakistano.

«Ringrazio la Guardia di Finanza di Treviso – ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia – mi  auguro che le indagine consentano di risalire all’intera catena di intermediazione e di sgominarla perché questo commercio illegale e potenzialmente pericoloso va fermato alla radice e non solo negli ultimi anelli di una catena che alle spalle potrebbe avere organizzazioni malavitose molto articolate. Credo che una sanzione amministrativa per chi tentava di vendere i prodotti sequestrati sia il minimo – ha aggiunto – e rispetto a fenomeni di questo genere servirebbero condanne consistenti anche penali. Il danno è infatti drammatico e complessivo: per i consumatori, per i lavoratori che perdono o non trovano lavoro, per tutti gli imprenditori e i commercianti onesti che si impegnano a seguire regole che non sono burocrazia ma assicurano qualità, per l’erario che non incassa il dovuto».