Il falso Made in Italy vale all’estero 60 miliardi di euro annui, a fronte di un’esportazione complessiva di prodotti agroalimentari realmente italiani che ammonta a 30 miliardi annui: questo l’allarme lanciato dagli esperti del settore agroalimentare ospiti del terzo incontro dell’edizione 2013 di “Economia sotto l’ombrellone” a Lignano Pineta.
La filiera agricola e agroalimentare italiana non ha nessuna paura della globalizzazione, dicono gli operatori del settore, ma ha bisogno di una politica moderna che sappia difenderla e promuoverla nei modi più adeguati. Oltre alla politica di difesa, che deve partire in primis dalle norme sull’etichettatura di provenienza, è necessaria una di promozione dei prodotti italiani, che deve avere metodi e competenze adeguati, utili a creare identità territoriali riconosciute nel mondo e non disperdersi in mille rivoli.
Ma soprattutto serve, è stato sottolineato nel corso dell’incontro, un maggior controllo della filiera, che vada dal campo ai banchi dei supermercati. La quasi totale mancanza di catene di distribuzione in mani italiane e la crescente acquisizioni di aziende agroalimentari italiane da parte di grandi player stranieri sono, in questo senso, molto preoccupanti e fanno prevedere un futuro in cui l’Italia rischia di non avere più il controllo sul proprio settore agroalimentare.