Per ‘salvare’ la moda dopo la pandemia sarà necessario rivedere il calendario di saldi e sfilate

Un gruppo di stilisti, rivenditori e dirigenti di aziende di moda di tutto il mondo ha firmato una proposta per rinnovare radicalmente il sistema della moda, duramente colpito dalla crisi causata dal coronavirus, che ha esacerbato alcuni problemi noti da tempo. La proposta si chiama #Rewiringfashion (“riscrivere la moda”) ed è sostenuta anche dall’autorevole sito Business of Fashion.
I firmatari chiedono di ripensare “il calendario della moda, che non è sincronizzato con quello di chi compra gli abiti, non è sostenibile per i professionisti dell’industria ed è dannoso per le vendite”. Altre richieste riguardano “il modo in cui si tengono le sfilate, che è datato, e l’eccesso di sconti che convincono i clienti ad aspettare continue diminuzioni dei costi, con l’erosione dei profitti e la perdita di valore del marchio”.

Secondo i firmatari di #Rewiringfashion, “i marchi dovrebbero essere liberi di ripensare la presentazione delle collezioni per arrivare meglio al loro pubblico”. Le sfilate dovrebbero essere eventi rivolti al pubblico, e non alla stampa e ai buyer, con l’obiettivo di far nascere il desiderio di comprare qualcosa prima che arrivi nei negozi, se non all’istante, online.
Non ci dovrebbero essere regole imposte da convenzioni e da Consigli della moda: ogni azienda dovrebbe presentare i suoi prodotti come ritiene, senza che sia dato per scontato che lo faccia a ogni stagione.
E i grandi rivenditori dovrebbero frenare gli sconti continui e ritornare a due soli momenti di saldi all’anno, concentrati alla fine della stagione. Abbassare continuamente i prezzi è un fenomeno che accade da anni e che ha abituato i clienti ad aspettare gli sconti e a non comprare mai a prezzo pieno.
I saldi futuri dovrebbero avvenire soltanto in due momenti dell’anno: a gennaio, quelli per l’autunno/inverno e a luglio per i capi primavera/estate.