In Sudamerica viene commercializzato un Prosecco, con tanto di leone marciano come logo in etichetta, prodotto da uve coltivate nella campagna attorno alla città argentina di Mendoza, località confinante con il Cile. Quello che viene commercializzato è un vino ‘metodo classico’ (?) dal nome ‘Proseccus Vino Espumoso Prosecco’ che del vero Prosecco DOP ha davvero poco visto che viene prodotto da uve cresciute a 11.398 KM di distanza dal Distretto del DOP.
Sono decine di migliaia le bottiglie prodotte e commercializzate ogni anno in Argentina e sembra che nessuno sia intervenuto, almeno fino ad oggi. Mirco Battistella, produttore ventisettenne veneto delle celebri bollicine trevigiane, è molto polemico: «Noi produttori di vero Prosecco DOP siamo arcistufi. Quello scovato a Buenos Aires e’ solo l’ultimo caso, in ordine di tempo, di Prosecco ‘tarocco’: negli ultimi anni abbiamo, infatti, smascherato l’esistenza di ‘prosecco brasiliano’, ‘prosecco neozelandese’, ‘prosecco australiano’. Il Governo si faccia promotore, nelle sedi competenti, di iniziative chiare ed efficaci volte a tutelare la Denominazione Prosecco a livello extra UE».
E Battistella sottolinea anche che il mercato nazionale e internazionale valorizza bollicine sempre più economiche: «Stiamo vivendo un abbassamento costante dei prezzi, fenomeno allarmante e, negli ultimi 12 mesi, sempre più frequente e tendente a dinamiche di dumping. Dall’altra l’attuale contesto normativo non e’ in grado di tutelare, e quindi valorizzare, all’estero le peculiarità della Denominazione: il nome ‘Prosecco’ ad esempio».