Nella Valle della Loira, la notte tra il 26 e il 27 aprile scorso sarà ricordata per una delle peggiori gelate di sempre con le temperature che si sono spinte a -4 gradi, registrando punte di -6 gradi nelle denominazioni collegate alla Indre-et-Loire; non meglio è andata in altre prestigiose Aoc della Borgogna.
La gelata primaverile è stata drammatica. Jean-Martin Detour di Baudry-Detour dice: «Succede che di tanto in tanto i rischi climatici mettano a repentaglio il nostro raccolto. Quest’anno si tratta di un tipo di gelo paragonabile a quello del 1991. Ma nel 1991, a differenza di oggi, avevamo maggiori scorte di magazzino e liquidità. Tra il giugno 2017 e il giugno 2018, quando i vini saranno venduti e pagati, la situazione si farà più difficile”. Aree vitivinicole dislocate a decine di chilometri tra loro sono state investite da una massa d’aria proveniente da Nord, con in testa, per citarne solo alcune, lo Chablis e la Côte-d’Or. Gli agricoltori sono scesi nei propri vigneti, dando fondo ad antiche pratiche mai dimenticate, ed hanno acceso decine e decine di falò tra i filari per cercare di aumentare la temperatura tra le viti. Per gli estranei si è trattato di una tecnica arcaica e molto spettacolare, ma per i vignerons della Loira è stato l’indice della gravità della calamità che ha falcidiato gemme e bottoni appena comparsi sulle piante.