L’analisi fatta dall’Osservatorio Immagino dimostra quel che più colpisce i consumatori: “senza”

Con uno specifico approfondimento, l’ultima edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy si è interessata ai prodotti del cura persona venduti in supermercati e ipermercati analizzando quelli che sono i trenta più diffusi claim sulle etichette di oltre 20 mila prodotti per la cura della persona.
«Abbiamo analizzato il mondo del cura persona – ha spiegato il research and communication director di GS1 Italy, Marco Cuppiniper individuare come stanno evolvendo i prodotti e come l’innovazione, che in questo universo è fondamentale, viene comunicata ai consumatori attraverso le etichette. Abbiamo messo in luce le tante tendenze che stanno cambiando questo comparto merceologico e che mostrano come questo mondo partecipi alle tendenze valoriali dominanti nel largo consumo».
Il fenomeno più consolidato nella cura della persona è quello del “free from”, cioè che si pubblicizza perché ‘senza’ un qualche componente: accomuna oltre 3 mila prodotti con quasi 395 milioni di euro di sell-out, pari al 13,1% del giro d’affari rilevato. Nei 12 mesi considerati dall’analisi, le vendite sono rimaste stabili, per effetto della dinamica tra i 13 claim rilevati, alcuni in calo (come il “senza parabeni” che perde il 15,4%) e altri in forte espansione, come “senza coloranti” (+31,9%) e “senza conservanti” (+12,5%).

Concettualmente opposto è il settore del “rich-in” che si promuove per la presenza di ‘sostanze benefiche’ quali l’acido ialuronico (+17,8% di vendite), probiotici/prebiotici (+37,9%) e peptidi (+8,9%). Complessivamente sono 1.567 prodotti accomunati dalla presenza sulla confezione di uno o più dei 7 claim individuati: in 12 mesi le vendite sono aumentate di +2,9%, superando i 150 milioni di euro di sell-out in supermercati e ipermercati.
Terza ripartizione operata dall’Osservatorio Immagino è quella che si richiama al “naturale”: 2.295 prodotti che segnalano in etichetta la presenza di ingredienti di origine naturale o vegetale oppure certificati come biologici. Ma solo i primi sono in crescita del +7,7%, perché restano sostanzialmente stabili quelli che segnalano l’uso di ingredienti di origine vegetale (-0,3%), mentre sono in negativo quelli che vantano una certificazione biologica (-3,0%).