La spesa alimentare degli italiani nel 2016 si è ridotta del -0,5% e lo scotto maggiore lo hanno pagato i prodotti freschi, mentre sono aumentati gli acquisti di cibi confezionati. A dirlo è il report elaborato da Ismea dal quale emerge che a guidare le scelte dei consumatori è innanzitutto l’attenzione al risparmio ed una flessione delle quantità acquistate legata al calo in valore della spesa familiare per beni agroalimentari.

Chi sale e chi scende nel carrello della spesa italiana

I prodotti freschi acquistati dagli italiani rappresentano poco meno del 40% del totale della spesa alimentare con un -4,8% su base annua. Le maggiori flessione si fanno sentire per:

  • carne (-5,3%);
  • formaggi (-6,3%);
  • salumi da banco (-9,6%).

Per i prodotti confezionati, che pesano per il 60% sul carrello con un aumento del +1,8% sui valori del 2015, i migliori trend positivi sono:

  • prodotti ittici (+2,5%);
  • frutta (+2,2%);
  • alcuni prodotti da scaffale quali: aceto, zucchero e dolcificanti, cioccolata e altri snack.

Visto questi andamenti tendenziali, cosa comprano gli italiani?

  • derivati dei cereali come pasta, pane e riso (14,5%);
  • latte e derivati (14,3%);
  • bevande, vino compreso (11,3%);
  • ortaggi (10,3%);
  • carne (10,1%);
  • frutta (9,1%);
  • pesce (7,5%);
  • salumi (6,2%).

Per le bevande, pressoché stabili su base annua, si registrano andamenti differenziati: positive le birre, tengono i vini, flessione di tre punti percentuali per le bevande analcoliche.