L’Europa approva l’Olio di Roma, ma la produzione al Sud è il forte calo e servono nuovi sostegni

Ecco una nuova Indicazione Geografica Protetta (IGP) per l’Italia: si chiama “Olio di Roma”. Riguarderà 316 comuni del Lazio: 107 nel territorio della Città Metropolitana di Roma Capitale, 27 in provincia di Latina, 35 in provincia di Rieti, 60 in provincia di Viterbo e 87 in provincia di Frosinone, con una produzione annua totale di circa 75.000 tonnellate di olive e 10.550 tonnellate di olio che genera un indotto economico complessivo di quasi 52 milioni di euro.

L’approvazione di questa Igp da oarte della Commissione Europea è stata accolta come un importante encomio per il patrimonio agricolo italiano, un forziere che vanta ben 250 milioni di piante – da nord a sud della Penisola – e circa 400 mila aziende agricole specializzate, la cui produzione ha raggiunto i 255 milioni di chili nell’anno dell’emergenza Covid.

“Il via libera – ha sottolineato Coldiretti – rafforza il primato mondiale del “Made in Italy” nella produzione di extravergine di qualità, grazie al maggior numero di attribuzioni riconosciute in Europa (43 Dop e 4 Igp) e il più vasto tesoro di biodiversità al mondo. L’Italia, infatti, può contare su 533 varietà di olive contro le appena 70 degli spagnoli, che però hanno una produzione di massa quasi sei volte superiore. Solo nel Lazio troviamo 4 Dop riconosciute, ovvero l’olio extravergine d’oliva “Canino”, “Sabina”, “Tuscia” e “Colline Pontine”. Nonostante il prestigio di queste denominazioni e la rilevanza del settore dell’olio extravergine di oliva ci sarebbero ancora molte sfide da affrontare. La produzione del 2020 è stata influenzata negativamente dalla pandemia e i volumi hanno subìto un drastico ridimensionamento in Puglia (-31,7%), Campania (-22,6%) e Calabria (-21,6%), solo in parte compensato dalla ripresa in alcune regioni del Centro (Toscana +28,6%, Umbria +14,7%, Marche +3,6%) e del Nord (Emilia-Romagna +20%, Veneto +19%, Liguria +3,8%)”. E questo avrebbe evidenziato la necessità di sostenere il settore con strategie di potenziamento produttivo, magari all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal governo Draghi.

20 giugno 2023