«L’agroalimentare è uno dei punti di forza del nostro Paese: oggi lo ha riconosciuto lo stesso premier Mario Monti, che ha elogiato il comparto definendolo “unico al mondo”. Per questo, oggi la politica deve salvaguardare e investire davvero nel Made in Italy a tavola, che da tempo ha assunto un ruolo cruciale nell’apparato economico dello Stivale». Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, commentando la visita del presidente del Consiglio a Rubbiano, Parma, per l’inaugurazione del nuovo stabilimento Barilla.
«L’agroalimentare italiano è strategico e può rappresentare davvero un volano per la ripresa e lo sviluppo del Paese – osserva la Cia – D’altra parte, già oggi il comparto vale 128 miliardi di euro l’anno, con un fatturato che si stima in crescita di oltre 2 punti percentuali nel 2012, cioè nell’anno ‘nero’ in cui soffrono tutti gli altri settori industriali. Oggi – ricorda ancora la Cia – l’agroalimentare occupa il secondo posto dopo il settore metalmeccanico all’interno dell’industria manifatturiera italiana, con un export che supera i 25 miliardi di euro l’anno. Ecco perché è ora di valorizzare adeguatamente il comparto, costruendo una vera politica agroalimentare che finora non c’è mai stata, con misure di sostegno ‘ad hoc’ a cominciare dall’agricoltura, che fornisce all’industria oltre i due terzi dei suoi prodotti».
LaCia conclude il suo comunicato sottolineando la richiesta di intensificare i controlli e inasprire pene e sanzioni per chi tarocca e falsifica la qualità italiana. Nel supermarket mondiale del falso, i prodotti italiani restano i più clonati e l’italian sounding scippa 7 milioni di euro l’ora al vero Made in Italy agroalimentare.