«C’è da attendersi in Toscana un calo della produzione dell’olio d’oliva di circa il 50% rispetto all’anno scorso 2013. In pratica circa 60 mila quintali contro 120 mila». Lo ha detto Fabrizio Filippi, presidente del Consorzio per la Tutela dell’Olio Extravergine d’Oliva Toscano Igp. Questo a seguito, ovviamente, dell’andamento climatico che quest’estate è stato particolarmente caldo umido e che ha favorito lo sviluppo di parassiti, come la mosca olearia, che distrugge quantità industriali di olive sulle piante.
Meno produzione vuol dire più arrivi di olio da altre regioni (in particolare Puglia, Sicilia e Calabria) e da altri paesi: non solo Spagna, ma anche Tunisia e Marocco. Con il rischio che il prodotto – pur legalmente acquistato – venga rivenduto come “toscano”. Ed è qui che scatteranno nei prossimi giorni i controlli della Forestale, prima nei punti vendita per verificare la regolarità delle etichette sulle confezioni di olio, dopo anche sulle strade (e se necessario anche nei frantoi) per monitorare il traffico merci di olive e olio in arrivo e in partenza dalla regione.
«Lo scopo è tutelare la sicurezza del consumatore – dice Giuseppe Vadalà, comandante regionale della Forestale per la Toscana – perché se ciascuno è libero di acquistare il prodotto che vuole, deve però avere consapevolezza di cosa sceglie. Non possiamo consentire che possa venire ingannato con indicazioni non corrispondenti al vero, circa l’origine e la qualità del prodotto che sta per comprare».
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