Per respingere l’assalto cinese e rispondere alla spinta ecosostenibile si cambiano le strategie

Nel 2021, come riportato dal magazine spagnolo Modaes, i colossi del fast fashion Inditex e H&M hanno intrapreso una strategia per fronteggiare i rincari delle materie prime e i costi imposti dalla trasformazione in chiave eco-sostenibile avviando un nuovo percorso di upgrading e hanno aumentato le collezioni premium all’interno della loro offerta e, parallelamente, alzando i listini.
Sullo sfondo anche la preoccupazione per l’irruzione di competitor molto aggressivi come il cinese Shein, che grazie ai prezzi ultra low cost e alla comunicazione massiccia sui social sta diventando uno degli interlocutori privilegiati della Generazione Z.
Secondo i dati forniti da Retviews, il segmento d’offerta premium di Inditex è passato dal 4,1% del 2020 al 4,8% del 2021, grazie anche al lancio di linee come Studio Collection, con cappotti ricamati, e Zara Origins, sinonimo di pezzi timeless. Nel caso della svedese H&M, il peso dell’assortimento premium è passato, nello stesso arco di tempo, dal 5,49% al 5,6%, con un focus sempre più forte su collezioni come Conscious Exclusive o Innovation Circular Design Story.

L’aumento dei listini ha fatto da specchio a questa evoluzione verso l’alto: nel 2021 il prezzo medio dei capi di fascia alta di Zara è salito del +19%, a 60 euro rispetto alla media di 33 euro nel resto dell’offerta. Nel caso di H&M, l’aumento è stato minore, del +3,2%, anche se i pezzi sono generalmente più elevati, in media 66 euro, rispetto ai 24 euro per il resto degli articoli in vendita.
Per ambedue i gruppi nel 2021 si riscontra un maggiore utilizzo di cashmere (+0,36% per Zara, +0,54% per H&M), lana (+2,26% per Zara, +1,74% per H&M) e pelle (+3,98% per Zara, +0,82% per H&M).
Nel 2021 la quota eco-friendly di H&M rappresentava il 21% dell’offerta totale, mentre la linea Join Life di Zara riguarda il 16% di tutto l’assortimento.