I marchi italiani comunque dominano la classifica occupando la metà delle prime venti posizioni .

Motore di ricerca internazionale e aggregatore di negozi online di marchi di lusso, Lyst realizza annualmente un rapporto con il quale viene analizzato il comportamento di oltre 9 milioni di clienti in tutto il mondo, che fanno ricerca e acquisti nei 12.000 negozi online e siti di e-commerce aggregati in Lyst. Tra questi ci sono siti dei marchi di lusso come Prada, Gucci, Armani, e-commerce di moda come Yoox, Net-a-Porter, Farfetch, Amazon e siti online di singole boutique.
Il cosiddetto Lyst Index considera anche i dati di ricerca di Google e quelli che riguardano i social media, come la crescita dei follower su Instagram, le menzioni dei prodotti su diverse piattaforme e la ricerca di parole chiave. Negli ultimi due anni a guidare questa classifica era stato Gucci, ma il trimestre che va da luglio a settembre 2019 ha rimescolato le carte.
Gucci è sceso al terzo posto ed è stato scalzato da Off-White, il marchio italiano di streetwear dello stilista Virgil Abloh, che è stato di recente comprato dalla piattaforma di rivenditori di moda di lusso Farfetch. E a scavalcare Gucci è stato anche Balenciaga che si è piazzato al secondo posto e che da anni si trova nelle prime posizioni della classifica. Il rapporto conferma la centralità della moda italiana, visto che sono italiani 10 dei primi 20 marchi della classifica: ci sono Versace, Valentino, Fendi e la sfilata omaggio al suo ex direttore creativo Karl Lagerfeld, e Prada, che nella prima metà del 2019 ha aumentato le entrate del +50%.

Come fare
per aver successo

Un fattore importante per la classifica è la forte presenza sui social network delle aziende, cosa che accomuna tutte le aziende delle prime 20 posizioni. Hanno una media di 24,3 milioni di follower su Instagram, Facebook, Twitter, YouTube, LinkedIn e Weibo (il più importante social cinese) insieme. Nell’ultimo trimestre, quelle di cui si è parlato di più sui social sono state Nike, Gucci e Versace; complessivamente i nomi delle prime 20 aziende sono stati usati come hashtag più di 416 milioni di volte su Instagram, mentre quelli attivi su YouTube hanno raccolto un totale di 769 milioni di visualizzazioni.