Il fatturato Moda 2014 inverte il trend e cresce (+3,3%) dopo un biennio in territorio negativo. Il merito è del buon andamento delle vendite sui mercati esteri, ma anche di una ripresa del mercato interno intra-filiera. L’export è cresciuto del +3,8%, portandosi sui 28,5 miliardi di euro, mentre l’import del +8%, portandosi a 19,3 miliardi di euro. Sono i dati diffusi oggi da Sistema Moda Italia in occasione della conferenza di presentazione dell’edizione 88 di Pitti Uomo (16-19 giugno a Firenze).

«L’aspettativa per il tessile e abbigliamento nel 2015 si attesta su una crescita del +5% – ha detto il presidente di Pitti Immagine, Gaetano Marzotto – Il 50% del Made in Italy è comprato da monete forti come il dollaro, sono aumentati i turisti cinesi e americani. Dobbiamo migliorare il traffico nei punti vendita e lavorare sull’omnichannel, la sfida è quella di attrarre i consumatori giovani con nuovi canali. Abbiamo in programma un Pitti folgorante, con nuovi brand, per attrarre buyer da nuovi paesi, come Sud Corea e Giappone».

Cresce l’export e la moda italiana inverte il trend della crisi

Tutte le principali categorie merceologiche nel 2014 hanno evidenziato aumenti in termini di export, ad eccezione di filati (stabili) e calzetteria, in calo del -6,5%. Dal punto di vista geografico è cresciuto l’export verso le aree Ue (+4,6%) e anche quelle extra-Ue (+2,9%), con Francia e Germania che si confermano i primi due mercati di sbocco del tessile e moda italiano. Tra i maggiori mercati di sbocco extra-Ue ci sono Usa (+9,4%) e Cina (+11,1%). Come era atteso, invece, arretra la Russia (-12,9%).

In riferimento ai partner per l’approvvigionamento, la Cina si conferma al primo posto (+6,9%). Nonostante questi dati incoraggianti, nell’anno scorso è proseguita la contrazione in termini di aziende (-1,6%) e addetti ai lavori (-0,3%). E secondo Smi anche il 2015 sarà un anno in salita per il settore, con il primo trimestre del 2015 che si aperto con segnali in chiaroscuro. Nel primo trimestre il fatturato delle aziende del settore prese a campione risulta fermo ai livello del 2014 (+0,1%), sintesi tra l’andamento del mercato estero (+1,4%) e quello nazionale (-1,7%). Calano le vendite interne del tessile (-4,4%) mentre l’abbigliamento non supera il +0,4%. Anche la raccolta di ordini non entusiasma (-1,1%).