Dopo il vino in polvere, dall’Inghilterra arriva anche il kit per falsificare i piu’ famosi formaggi italiani, dal Parmigiano Reggiano al Pecorino Romano, dalla Mozzarella alla Ricotta. Le confezioni, che promettono di ottenere una mozzarella in appena 30 minuti e gli altri formaggi italiani in appena due mesi, contengono recipienti, colini, garze, termometri, piccole presse oltre a lipasi ed altre polveri, e garantiscono di ottenere prodotti caseari ben identificati che sono una chiara contraffazione dei nostri più celebri formaggi. Lo ha denunciato la Coldiretti al Forum dell’agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio dove sono stati mostrati e sperimentati i miracolosi miscugli di pillole e polveri acquistabili anche in Italia attraverso internet.
I kit per la produzione di Parmigiano o Romano messi in vendita dalla ditta inglese costano ben 102,38 sterline pari a 120 euro mentre quello per la Mozzarella Cheese costa 25 sterline, pari a 30 euro circa. Nella confezioni in vendita per i due prestigiosi formaggi a pasta dura è contenuta però anche una piccola pressa da formaggi. Si possono lavorare, con gli ingredienti a disposizione, circa 8 litri di latte per volta e, complessivamente, 40 litri di latte. “La mozzarella – si legge nelle istruzioni – non è il formaggio più facile da fare e richiede un po’ di pratica per perfezionare l’operazione di estensione della cagliata. Se i vostri primi due tentativi sono deludenti – si puntualizza – non fatevi scoraggiare. Sarete ricompensati”.

La tradizione va in polvere: trenta minuti e la mozzarella è pronta

Non meno fantasiosi i prodotti falsi extraeuropei. Il kit commercializzato in Australia al prezzo di 81 dollari australiani, pari a circa 57 euro, consente – informa la Coldiretti – di preparare in due mesi Parmigiano o Romano con piccole variazioni nella miscelazione degli ingredienti. E’ curioso il fatto che non si faccia cenno alla provenienza del latte, se ovino o bovino, che comunque deve essere pastorizzato e lavorato alla temperatura di 37 gradi centigradi.
Mozzarella facile negli Stati Uniti dove si propone un “30 Minute Mozzarella Ricotta Kit” del valore di 24,95 dollari (18 euro circa). Con 3,75 litri di latte, acido citrico, caglio, acqua e sale e alcune semplici norme per lavorare la cagliata si ottiene una “perfetta” falsa mozzarella e oppure una delicata falsa ricotta che da degustare “immediately”.
La Coldiretti chiede un intervento immediato delle autorità nazionali e comunitarie per evitare che si ripeta il fenomeno dei wine kit a danno dei nostri vini più conosciuti, che ha raggiunto una dimensione inquietante nel mondo e nell’Unione Europea dove si stima che almeno venti milioni di bottiglie di pseudo vino all’anno vengano preparati con semplici polveri che promettono di ottenere in pochi giorni vini dalle etichette più prestigiose.

La tradizione va in polvere: non si è arrestato il caso wine kit
Purtroppo l’esempio rappresentato dal caso dei wine kit non lascia tranquilla Coldiretti. L’annunciato blocco delle vendite in Gran Bretagna prima dell’estate, a seguito della positiva azione dell’Interpol, sollecitata dalle Autorità nazionali, non ha avuto il risultato sperato perché le ditte produttrici, come è stato mostrato al Forum di Cernobbio, si sono limitate a cambiare fantasiosamente i nomi e così il Barolo è diventato Barollo, il Brunello di Montalcino ora si chiama Monticino, il Valpolicella divenuto Vinoncella mentre il nuovo nome del Chianti è Cantia che suona molto simile con la pronuncia inglese.
In Svezia i wine kit dichiarano di ottenere in soli 5 giorni, in casa, Lambrusco, Sangiovese o Primitivo e sono stati venduti addirittura con i marchi Cantina e Doc’s.
Il cosiddetto “Italian sounding” colpisce i prodotti più rappresentativi dell’identità alimentare nazionale come è stato evidenziato dall’esposizione della Coldiretti sui casi più eclatanti di pirateria alimentare nei diversi continenti dove sono state scovate delle inquietanti aberrazioni, dal “Parma salami” del Messico alla curiosa “mortadela” siciliana dal Brasile, dal “salami calabrese” prodotto in Canada al “provolone” del Wisconsin. Le denominazioni Parmigiano Reggiano e Grana Padano sono le piu’ copiate nel mondo
Bisogna combattere un inganno globale per i consumatori – conclude la Coldiretti – cercando un accordo sul commercio internazionale nel Wto per la tutela delle denominazioni dai falsi.