Taobao Marketplace, sito di e-commerce di proprietà di Alibaba Group, è tornato nella lista nera dello United States Trade Representative (Ustr), il Rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti d’America, un ente che vigila sulla correttezza di chi vende attraverso i canali fisici e online. L’Ustr aveva reintrodotto Taobao tra i siti ‘puliti’ esattamente un anno fa in virtù dell’impegno esplicito di Alibaba nella lotta alla contraffazione. Nell’arco di dodici mesi, fra agosto 2015 e agosto 2016, a detta di Alibaba sono stati rimossi dalla piattaforma circa 180mila retailer disonesti e oltre 380 milioni di articoli valutati come imitazione illecita di marchi e design o come copia non autorizzata di una creazione protetta da diritto d’autore.
Quest’opera censoria, tuttavia, non è bastata all’ente federale statunitense, secondo cui su Taobao “gli attuali livelli di contraffazione e pirateria restano inaccettabilmente alti”. La risposta dell‘amministratore delegato di Alibaba Group, Daniel Yong Zhang, è giunta attraverso un’email diretta ai dipendenti e pubblicata online. A suo dire, la decisione dell’ente federale statunitense sarebbe motivata dal protezionismo: «Stiamo accelerando il passo verso la globalizzazione, e per questo alcuni Paesi tenteranno qualsiasi metodo per costruire delle barriere – scrive Zhang – Siamo impegnati nella difesa della proprietà intellettuale, ma non ci lasceremo intimidire da chi sfrutta questo tema per ottenere un ingiusto vantaggio».