Promuovere la cultura della legalità ed intensificare le attività di prevenzione e contrasto, soprattutto nelle ore serali e nei giorni festivi. Inoltre potenziare l’attività investigativa per individuare i luoghi di deposito e di smistamento delle merci contraffatte o prive di etichettatura e contrastarne l’eventuale ricostituzione. Sono questi i cardini del Progetto anticontraffazione e servizi antiabusivismo, cofinanziato da Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) e Comune di Venezia.
La parte del progetto legata alla comunicazione è curata dall’Assessorato al Commercio – Servizio Tutela del consumatore e Qualità urbana e prevede una campagna di sensibilizzazione per rendere i cittadini ed i turisti consapevoli che l’acquisto di prodotti contraffatti o venduti illegalmente costituisce non solo un reato, ma un reale rischio per la salute. «L’intensificazione delle attività di contrasto ai venditori abusivi prevista dal progetto – ha ricordato il comandate della Polizia Municipale di Venezia, Luciano Marini – è iniziata nella serata di venerdì 19 aprile ed ha portato, in soli 3 giorni, al sequestro di oltre 7 mila pezzi, tra dardi luminosi, palline antistress, fiori, ombrelli e impermeabili, borse contraffatte, lucchetti».

Commercio abusivo: il problema è esigere le sanzioni

Nel corso dell’operazione svolta dalla polizia municipale contro il commercio abusivo si è intervenuti anche in Piazza San Marco e ben 22 chilogrammi di grano e riso per piccioni sono stati sequestrati nell’area Marciana. Complessivamente, sono stati 94 i venditori identificati, sanzionati o denunciati per vendita ambulante abusiva, o privati della merce. Nel corso delle operazioni sono stati inoltre sanzionati 40 mendicanti di nazionalità romena e 3 artisti di strada. Il costo totale del progetto è di 100mila euro, coperti dall’80% dal finanziamento dell’Anci.
«L’impegno dell’Amministrazione comunale nel contrastare i fenomeni della contraffazione e del commercio abusivo – ha sottolineato il Direttore Generale del Comune di Venezia, Marco Agostini – è costante e attivo da molto tempo, ma i risultati non sono sempre proporzionati all’impegno profuso. Mentre negli altri settori riusciamo ad incassare il 90-95% delle sanzioni erogate, in questo settore abbiamo comminato sanzioni per circa 3 milioni di euro, ma non abbiamo potuto incassare nulla. O si hanno strumenti efficaci oppure è come cercare di svuotare il mare con un cucchiaino. Attraverso il coinvolgimento del Ministero dello Sviluppo economico, ci auguriamo di aumentare l’efficacia degli strumenti di contrasto in nostro possesso».