Ci sono progetti per 12 miliardi che potrebbero essere finanziati per sostenere la prima filiera

Nella sua accezione più estesa, quella agroalimentare del Made in Italy, con i suoi 580 miliardi di euro nell’ultimo anno, è diventata la prima filiera in termini di produzione di Pil per il nostro Paese arrivando a rappresentarne quasi un quarto in valore assoluto. Dal campo alla tavola, impiega 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio.
Il dato è stato sottolineato in occasione della presentazione del report di Coldiretti “Cibo e turismo, l’Italia che vince” ed è stato posto in relazione alle prospettive di sviluppo che possono essere oggi colte, a partire anche dai finanziamenti europei del Pnrr rispetto ai quali Coldiretti avanza precise richieste al Governo.
«In relazione al bando filiere – ha dichiarato il presidente di Coldiretti, Ettore Prandini attualmente abbiamo un valore complessivo stanziato di 1 miliardo e 200 milioni: sono arrivate domande per 12 miliardi. Rispetto ad altri settori che non sanno come spendere le risorse disponibili, l’agricoltura e l’agroalimentare hanno dimostrato che, dove ci sono le possibilità, c’è la voglia di investire e innovare. Le sfide sono importantissime, dalla digitalizzazione alla robotica, dall’intelligenza artificiale alla sensoristica.
L’agricoltura può essere una filiera particolarmente innovativa, ma abbiamo bisogno di risorse. Ci auguriamo che nella rivisitazione di modelli e dei progetti sul Pnrr ci possa essere una maggiore attenzione rispetto al passato nei confronti della filiera agricola».

«Il nostro obiettivo – ha sottolineato Ettore Prandiniè quello di arrivare a sostituire l’italian sounding, che oggi è stimato in 120 miliardi, con il vero cibo e i veri prodotti agroalimentari italiani.
Abbiamo tante sfide davanti, soprattutto a livello europeo. Mi riferisco alla lotta ai cibi sintetici e al nutriscore; bisogna evitare che ci siano delle forme di etichettatura fuorvianti come abbiamo visto nel settore vitivinicolo dove si è cercato di porre sull’etichetta la dicitura “il vino nuoce gravemente alla salute”.
Tutti gli studi di carattere medico-scientifico dicono esattamente l’opposto».