Il settore agroalimentare italiano punta sull’estero per battere la crisi economica. Nel 2012 il valore dell’export è stato di 24,8 miliardi di euro nel 2012, con un incremento dell’8%, mentre sono calati i consumi alimentari delle famiglie italiane. Secondo la Fipe, la federazione italiana dei pubblici esercizi, nel 2012 il consumo di generi alimentari tra le mura domestiche è diminuito del 3%, mentre nel fuori casa il calo è del 2,5% rispetto al 2011. Secondo alcuni dati diffusi in occasione di “Tuttofood”, il salone dell’agroalimentare di Milano, anche l’andamento dei settori conferma il trend negativo riguardo alla variazione delle vendite a volume del 2012. Le vendite di carne perdono il 2,1% rispetto al 2011, i salumi l’1,1%, il lattiero caseario lo 0,4% e i surgelati lo 0,7%.
Aumentano le vendite di gelati e di dolci, con una crescita delle vendite dello 0,9%, mentre è decisamente in controtendenza il biologico, i cui volumi di vendita crescono del 5,6%.
Ma è l’esportazione che registra i risultati migliori. È il caso del settore dolciario, primo polo dell’industria alimentare italiana, che ha chiuso il 2012 con un fatturato di circa 17 miliardi di euro, con l’export in crescita del 6,2% in volume e dell’11% in valore. Principali mercati di riferimento per l’export del settore sono la Francia e la Germania, che hanno assorbito rispettivamente 135 mila tonnellate di prodotti, per un valore di circa 528 milioni di euro, e 113 mila tonnellate, per 356 milioni di euro. Tra i Paesi extra Ue il primo mercato sono gli Stati Uniti con 31 mila tonnellate importate per circa 130 milioni di euro di valore.