Riprendono il 10 gennaio i lavori alla Camera ed il primo argomento all’ordine del giorno è la discussione generale della relazione sulla contraffazione nel settore agroalimentare, di cui sono relatori gli onorevoli Giovanni Fava e Luca Sani.

Nelle conclusioni del documento approvato dalla Commissione si sottolinea che “senza dubbio le principali aree di criticità che l’Italia si trova ad affrontare derivano dalle distanze, ancora evidenti in sede europea ed internazionale, tra paesi produttori e paesi consumatori di prodotti agroalimentari. Un punto critico è costituito dal cosiddetto italian sounding. Si tratta di un fenomeno legato a quei prodotti che pur non essendo tecnicamente contraffatti richiamano in qualche modo, nei colori o nei nomi, l’italianità degli ingredienti, della lavorazione o del prodotto stesso senza però che le materie prime e la relativa lavorazione siano effettivamente italiane. L’ italian sounding sottrae notevoli potenzialità alle esportazioni nazionali”.

Altro aspetto sul quale si incentra la relazione è “la sempre maggiore transnazionalità del fenomeno contraffattivo che impone un forte impegno, a livello europeo ed internazionale, per giungere alla definizione di un quadro di regole comuni che risponda a principi di reciprocità ed efficacia.

… Ancor più rilevante, dal punto di vista strategico, sarebbe il superamento da parte degli Stati membri dell’Unione europea delle criticità che oggi ostacolano l’attuazione delle disposizioni in materia di reciproco riconoscimento delle decisioni di confisca e sequestri patrimoniali in tutti i paesi membri per colpire nel vivo le strutture criminali”.

“A livello nazionale – conclude il testo della Commissione – occorre mantenere un fronte unitario, che veda coinvolti tutti gli attori istituzionali ed il mondo delle imprese, attraverso una più forte ed intensa collaborazione. Un contrasto più incisivo della contraffazione non potrà prescindere dalla necessità di raccogliere la sfida dell’internazionalizzazione e la spinta sempre più tecnologica del «mercato del falso», per dare risposte sempre più incisive”.