La ‘customizzazione’, un tempo prerogativa di auto e moto, irrompe nel mondo della moda. E lo fa dalla porta principale, quella dei colossi del fashion che hanno adottato la filosofia della personalizzazione per offrire un prodotto originale, esclusivo e diverso per ciascun cliente, soddisfacendone l’ego. Poche lettere, di solito tre, incise sotto l’asola dei cappotti, sulla suola delle scarpe, stampata a caratteri cubitali su borse e foulard, vistose quanto basta per sottolineare l’unicità del proprietario. Un salto di qualtà rispetto al monogramma sulla camicia maschile.
Louis Vuitton da anni mette a disposizione della propria clientela il servizio ‘Mon Monogram’ per personalizzare con iniziali e bande colorate l’iconico bauletto Speedy, la shopper Neverfull, il borsone da viaggio Keepall e tutta la gamma di portafogli e portadocumenti. Prada, dopo il trolley Travel con la siglatura ‘Made to Order’, lancia il servizio di personalizzazione delle décolletés: 19 modelli ‘made to measure’ con la possibilità di incidere le iniziali sotto la suola. Fendi, attraverso il servizio Made to Order, ha lanciato lo scorso anno la collezione ‘Strap You’, una linea di tracolle che è possibile personalizzare e declinare in mille varianti. Ed anche Burberry ha annunciato il suo servizio Monogramming per l’iconico trench di gabardine.